Giovanna Consorti è sempre stata una persona straordinaria.
Pittrice affermata, valida scultrice, musicista sensibile, poetessa delicata, fotografa raffinata, viveva in campagna aprendosi con entusiasmo agli amici, ma lasciando fuori della porta mode e luoghi comuni.
Non la sentivo da un paio di mesi quando volli farle gli auguri per Natale e lì mi disse, con un filo di voce, di essere in ospedale, operata d’urgenza da pochi giorni.
Tornata a casa passò un po’ di tempo, ma quando sentì di poterlo fare riprese l’abitudine del tè al pomeriggio.
Non poteva mangiare facilmente, ma continuava a preparare biscotti per le amiche, che amava continuare a invitare in quella sua casa-opera d’arte.
Fu verso novembre che mi chiese di aiutarla a realizzare un catalogo per la sua ultima serie di pastelli, Le Crete, la cui presentazione era prevista a fine maggio,nella mostra antologica Momenti. Il suo nome era già nel progetto Siena Arte. Non senza stupirmi, mi chiese di aiutarla a scegliere i pastelli da inserire nel catalogo, come pure le didascalie che aveva già preparato.
E dopo Natale cominciarono a fervere i lavori: la scelta dei testi, la raccolta delle recensioni, le fotografie, le uscite in tipografia... Giovanna era instancabile, anche se assolutamente consapevole di star sempre peggio. Non perdeva mai il sorriso né la voglia di fare. Era sempre più debole e veniva alimentata artificialmente, ma continuava ad occuparsi della casa, dei gatti, del giardino che, con le sue cure, cominciava di nuovo a fiorire.
Aveva stretto un bel rapporto con le infermiere che venivano per le flebo e le medicazioni alle ulcere delle gambe e non si lamentava mai, ma continuava a far progetti per il dopo-mostra. Felice del catalogo che aveva realizzato, ne pensava già un altro per mettere insieme le sue raffinate sculture.
Scelse da sé i quadri per allestire l’antologica e mi disse, entusiasta, di essere stata aiutata dagli “angeli” dell’associazione Quavio che, in brevissimo tempo, avevano impacchettato quadri e sculture. Il collega e amico da sempre, Fabio Mazzieri, la aiutò nella pratica dell’allestimento - con lei che dirigeva le disposizioni. Volle anche offrire un bel rinfresco, solertemente aiutata da Gioia e Dana. Era consapevole di come la mostra, oltre a rivelarsi il maggiore successo professionale della sua vita, lo fosse stata anche dal punto di vista personale. Tutti avevano voluto festeggiarla e godere con lei di quel successo.
Alcuni giorni dopo la conclusione dell’evento scelse di ritirarsi nell’istituto Campansi , dove si spense pochissimo tempo dopo senza perdere mai il sorriso che la distingueva. Proprio lì mi disse “Me ne vado felice. Finisce, ma finisce bene!”