Esistono due immagini della stessa opera: nella prima, la figura si erge fiera sulle gambe mozze al ginocchio; l'incedere sicuro impresso nella piccola testa volitiva è bloccato dalla geometria delle forti braccia che impugnano trionfanti il trofeo di caccia.
Nella seconda la figura volutamente mutilata dall'artista (forse negli anni 40) di braccia e testa acquista un valore plastico nuovo, meno datato. L'attenzione si sposta sul baricentro della statua evidenziando la femmilità quasi androgina dell'asciutto corpo della dea.